Una verità acerba, un sentiero di inchiostro che tende alla profondità del cosmo, un’indagine delle pulsioni dell’uomo: questi i perni attorno ai quali ruota “Dappertutto stando fermi”, che scuote il lettore gettandolo in un’atmosfera avvolgente, che attraversa il percorso della vita proponendone una lettura intensa e passionale. La penna di Luca Masala traccia versi radicati nel sangue e nelle stelle, versi che esigono un approccio lento e diligente; versi in grado di squarciare il velo del più ovvio empirismo rivelando un’umanità talvolta combattiva, talvolta malinconica, sempre sensibile.
Abbiamo intervistato Luca Masala, autore della raccolta di poesie “Dappertutto stando fermi” pubblicato da L’Erudita.
Docente di lettere e poeta. In quale ambito ti senti più a tuo agio?
Per ciò che riguarda la mia attuale realtà, credo che non possa esistere un ruolo senza l’altro. Entrambi gli ambiti occupano gran parte della mia giornata, con la differenza che uno è il mio lavoro, l’altro ancora un vero piacere per l’anima. In entrambi i casi, vedo croci e delizie, ma se proprio fossi obbligato a dover scegliere una delle due strade, allora poeta tutta la vita.
Recentemente hai pubblicato “Dappertutto stando fermi” con la casa editrice L’Erudita. Qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore e quali gli stimoli che ti hanno portato a scrivere quest’opera?
“Dappertutto stando fermi” raccoglie tutte le poesie da me scritte in quasi quindici anni di attività creativa. Il libro contiene anche alcuni inediti, non solo per differenziarlo dal mio precedente lavoro che non ha potuto godere di una valida promozione per svariati motivi (in particolare, perché penalizzato dal periodo critico che abbiamo vissuto negli ultimi anni), quanto per dare una rinnovata e più completa prospettiva della mia poetica sia ai vecchi che ai nuovi possibili lettori. Ho sempre sentito forte l’esigenza di raccontare la realtà dei nostri anni, visti attraverso uno sguardo disincantato, fatalmente malinconico e amaro, passando attraverso storie e anime del nostro e del tempo andato, ma con il cuore rivolto al migliore dei futuri possibile. Ho cercato di mettere insieme come una specie di reportage fotografico interiore, in cui la mia vita e quella del mondo si mescolano senza soluzione di continuità. Nonostante un’apparente frammentarietà di contenuto, “Dappertutto stando fermi” può essere letto come un “romanzo in versi” in cui il protagonista diventa proprio chi legge, ovunque si trovi, nell’iconica posizione da seduti che contraddistingue chi nella lettura ritrova anche una sorta di via stabile di fuga dalla frenesia del quotidiano, una sorta di apologia della “staticità dinamica”, una definizione che, a livello mentale, caratterizza ogni essere umano. L’idea che sottende ai testi è proprio quella di dare ai lettori l’opportunità di riflettere la propria esistenza come in uno specchio non deformante, ma rivelatore. Considerato che, come diceva Flaiano in uno dei suoi famosi aforismi “nulla è dovuto al poeta durante il recapito”, sarebbe bello se la mia poesia suscitasse qualche emozione nei lettori più sensibili. Si trova proprio qui il senso più puro della mia scrittura e di questo libro che oggi è in mano a chi che potrà deliberatamente scegliere di amarlo o di rigettarlo.
Un consiglio letterario da parte tua. Quali libri da leggere almeno una volta nella vita?
Domanda difficile. Il gusto per i libri è molto soggettivo, un po’ come accade per la musica. Che dire? La mia passione sono i grandi classici della letteratura universale, italiana e straniera. Tra i poeti italiani sono attratto dagli ermetici, autori in cui spesso la mia poetica si rispecchia, rimanendone inevitabilmente contaminata. Sono molto legato al compianto Mario Luzi, che ho avuto la fortuna di conoscere di persona e che ha fortemente segnato la mia esperienza di letterato e di poeta. Tra gli autori stranieri che amo, non posso non citare William Blake, Herman Melville, Jacques Prévert, Federico Garcìa Lorca e Raymond Carver, senza trascurare i contemporanei John Williams e Haruki Murakami, scrittori dallo stile unico e irripetibile. Ecco, di questi ultimi autori, consiglio rispettivamente “Stoner” e “1Q84”, due capolavori assoluti. Ma la lista dei consigli per gli acquisti sarebbe davvero lunghissima.
Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori?
Quasi in contemporanea con l’uscita in libreria di “Dappertutto stando fermi”, ho debuttato nella narrativa con un racconto contenuto nell’antologia intitolata “Cagliaritani per sempre”, a cura dell’editor Giulio Pisano (che, tra l’altro, ha scritto anche la prefazione di “Dappertutto stando fermi”, n.d.r.), nella quale, insieme ad altri tredici autori, rendo omaggio alla meravigliosa città di Cagliari in un’opera corale ideata non soltanto per i sardi. Non vi nascondo che sono al lavoro sul mio primo romanzo del quale non posso svelare molto. Posso però dire che racconterà una storia relativa a un tema, purtroppo, fortemente attuale, con personaggi tridimensionali che mi auguro possano lasciare un solco profondo nel cuore dei lettori.