Metallo Pesante, intervista al poeta Alessandro Angelelli

Alessandro Angelelli è recentemente uscito in libreria per L’Erudita con “Metallo Pesante”, una silloge poetica che porta il lettore ad immergersi in un mondo di immagini, sentimenti e segmenti di vita che entrano ed escono da un quotidiano, attraversato da un’atmosfera di continuo sogno.

Il mondo raccontato in questa raccolta non è solo quello dell’autore, Alessandro Angelelli, ma è un universo che ognuno di noi popola e percorre lungo l’arco della propria vita. Passato e presente, spesso pieni di malinconia, a volte dolore, che costruiscono un futuro ignoto ma di speranza e agognato riposo; usando una metafora: una nave che salpa da un porto e ne attraversa mille altri, prima del ritorno a casa.

Abbiamo intervistato l’attore e poeta Alessandro Angelelli in occasione dell’uscita del nuovo libro.

Attore e poeta. In quale ambito ti senti più a tuo agio?
Oggi ti direi quello di attore, quanto meno per la militanza ultra decennale sul palco del Teatro della Contraddizione, storico teatro milanese, e ora con la mia compagnia: Icdun Teatro. Quello della poesia è per me un mondo relativamente nuovo che, peraltro, amo da lettore e che mi affascina moltissimo in qualità di scrittore esordiente.

Recentemente hai pubblicato “Metallo Pesante” con la casa editrice L’Erudita. Qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore e quali gli stimoli che ti hanno portato a scrivere quest’opera?
Ultimamente vedo spesso sui Social la frase “questo mondo ha bisogno di poesia”, non posso che essere d’accordo. Nel mio piccolo, con “Metallo Pesante” vorrei far arrivare ai lettori il mio invito a rallentare e prendersi il proprio tempo per rivedere le immagini della propria vita che hanno determinato quello che siamo e che ci portano ad essere quello che saremo in futuro.

Cosa legge Alessandro Angelelli? Quanti libri leggi in un anno?
Sono un amante della lettura, dei pomeriggi domenicali passati con un buon libro sulle ginocchia. Sono un lettore compulsivo, seppure un po’ scostante. Passo periodi dove leggo tre o quattro libri al mese e altri in cui divento indolente. Devo dire che, ultimamente, sto vivendo una bellissima fase con tanti libri tutto intorno a me. Rispetto alla tipologia di letture: è molto vario, dalle inevitabili sillogi poetiche, alle drammaturgie teatrali, passando da romanzi di tutti i tipi, con una predilezione per i romanzi storici e tutto quello che è…Stephen King.

Un consiglio letterario da parte tua. Quali libri da leggere almeno una volta nella vita?
Prima di tutto vorrei partire con consigliare alcune poesie, quelle che considero tra le più belle, emozionanti e che non smettono di ispirarmi: “Congedo del viaggiatore cerimonioso” di Giorgio Caproni “Non ho smesso di pensarti” di Bukowsky e “Le Nuvole”, di Fabrizio de André, grande cantautore ma anche splendido poeta.
Per quanto riguarda i libri, direi un classico della poesia come “Ossi di Seppia”; per la narrativa il delicato e sognante “Kafka sulla Spiaggia” di Haruki Murakami, la bellezza senza tempo de “Il giovane Holden”, di Salinger e la cinica, brutale e malata contemporaneità di “American Psycho” di Bret Easton Ellis.

Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori?
Attualmente sono molto concentrato sul far conoscere “Metallo Pesante” a più persone possibile, ma continuo a scrivere poesie e racconti. Per quanto riguarda il teatro, continuo a lavorare con Icdun Teatro su una mia drammaturgia che rappresenteremo in autunno e, nel brevissimo, porteremo in scena, a fine maggio, un nostro spettacolo storico “Alegher – Che fatica essere uomini” al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno.