Oggi IV Novembre per ricordare il centenario della traslazione del Milite Ignoto, pubblichiamo la Poesia di Simplicio Liberato dedicata al nonno Giovanni e al bisnonno Salvatore
Quante macchine, bus, tir,
Quanti camion, treni, aerei,
Già quante persone che attraversano
Queste terre, ora pacifiche, senza memoria.
Quante persone non sanno, sanno,
ma ignorano, non ricordano la guerra,
La grande e lunga guerra che si combatté
In questi luoghi, allora freddi, gelidi.
Quanti di noi ignorano il sogno,
il desiderio semplice del soldato
Noi non ricordiamo più quei ragazzi,
Non pensiamo più a quei padri
Che qui videro la loro ultima primula
Che qui raccolsero la loro ultima stella alpina.
Quante speranze, quanto amore
In quelle frettolose righe,
A volte mai consegnate.
Disperse in qualche fosso
Un bacio, un abbraccio, un appresto,
Un P.S. mi mancate, un come stanno
i bambini, la mamma, il papà!
Parole semplici, parole di speranza.
Disperse nel vento e sepolte dalla neve.
Era la trincea la loro casa
Fu la trincea la tomba di molti.
Quanti nomi su quel sagrato,
Alcuni sono, bada, sono non erano
Solo ragazzi, uomini in primis
Che da luoghi vicini, da luoghi lontani
Fianco a fianco, idiomi diversi
In un unico battito di cuore
Hanno lottato per la libertà
Hanno dato la vita per la patria,
Per un futuro che non gli apparteneva,
Che non gli era mai stato promesso.
Loro hanno donato a noi il bene più prezioso
Perché hanno amato, perché credevano
In un futuro migliore,
Loro che sognavano un Italia unita,
Combattiva, costruttiva, accogliente
Loro che sognavano un’Italia onesta
Loro persone migliori anche se senza istruzione
Loro che ce l’hanno consegnata con valore e valori
Noi che non abbiamo memoria
Noi che non abbiamo valori
Noi senza cultura e sogni
La stiamo distruggendo!
Onore e Gloria a Loro,
Caduti al fronte per Noi!