Prhome

Intervista a Prhome, fuori col suo video Run to the Sun

Arrivata l’ora del Te anche oggi! Abbiamo avuto il piacere di connetterci con un rapper di Polesella, Prhome, che da poco ha avuto il coraggio di lasciare tutto per tornare a casa e correre di nuovo verso il sole.

Si parla del suo nuovo disco e del singolo che lo anticipa, di giovani, di musica e, sorprendentemente, di Tè! Godetevi l’intervista…

Benvenuto sul Te delle Cinque! Questa è la nostra prima volta insieme! Ti andrebbe di presentarti brevemente ai nostri lettori?

Sono Prhome, Rapper di Polesella (Rovigo), nonché CEO e fondatore di True Life ed in questo momento vi sto rispondendo direttamente proprio dalla mia terra natia nel Polesine!

Da quando eri più giovane a oggi cosa è cambiato nel mondo della musica?

Sono cambiati i musicisti non è cambiata la musica.  La musica è cambiata dal punto di vista della comunicazione, della sua condivisione e fruizione. Ma la musica rimane sempre solamente quella ed è divisa in due semplici categorie: quella bella, quella brutta. Diverso il discorso per quanto riguarda i protagonisti della musica. C’è poco stile in giro e c’è molta arroganza.  Di solito queste due cose qua non viaggiano mai insieme

Ci sono molti ragazzi, al di la del genere, che hanno il desiderio di sfondare, di essere qualcuno. Cosa ti senti di dire ai più giovani?

Di seguire le loro passioni e di fare le cose nella maniera in cui loro si possono sentire soddisfatti, appagati e nelle quali si possono riconoscere anche tra dieci anni. Di lasciarsi andare e di non sentirsi obbligati a seguire le mode e le tendenze per paura di essere esclusi.

Oggi sei qui perché abbiamo ricevuto il tuo ultimo brano, Run to the Sun. Il messaggio che dai è importante e molto toccante. Credo che il voler tornare al proprio nido sia il desiderio di molti. Parlando di fuga di cervelli all’estero, giovanissimi e politica, cosa dovrebbe succedere affinché più ragazzi possano tornare a casa al posto che scappare?

È un discorso molto difficile e molto più grande di me. Non lo so sinceramente, credo che a volte cercare di notare e rimanere richiede molto più coraggio che andare via. Però io dico sempre alle persone di provare  ad andare perché solo così possono capire se quella è la loro strada o meno. Però bisogna rischiare ed oggi rischia tanto chi rimane quanto chi decide di partire.

Tornando al pezzo, mi racconti come è nato?

Il titolo del pezzo è il medesimo titolo del disco. Una delle caratteristiche di questo pezzo è la sua brevità perché è nato  proprio come l’intro del disco anche se in realtà è talmente potente il concetto contenuto in esso che, anche se è corto, diventa una delle tracce più importanti dell’album stesso. Anche perché si sa benissimo che è molto più facile fare delle canzoni corte, perché nelle composizioni più lunghe hai modo di essere più dispersivo e, bene o male, te la puoi cavare parlando in maniera generica sempre un po’ delle stesse cose. Diciamoci la verità.

Presenti brevemente l’artista che è con te nel brano e magari il produttore? 

Ho tantissima stima dell’artista Shak Manaly e ancora di più della persona.

Stiamo lavorando insieme a diversi progetti e poi mi ha colpito particolarmente il modo in cui siamo venuti in contatto. La cosa mi ha fatto capire come alla fine ci sono delle persone che prima o poi sono destinate a conoscersi e a interagire.

Questo disco farà parte di un disco o di due dischi? Leggendo il comunicato stampa sembra che tu abbia cambiato i piani lungo il percorso.

Diciamo che ho deciso di dare un senso più strutturato a quello che stavo facendo, piuttosto che cambiare i piani. Alla fine dato che sono sempre stato molto generosa anche in questo invece di pubblicare un album con una ventina di tracce ho deciso di raggrupparle in base a contenuti collaborazioni tematiche eccetera eccetera in due dischi differenti di circa nove tracce l’uno. Il primo, quello che uscirà probabilmente a fine anno, si chiama proprio come il singolo da poco pubblicato mentre per quanto riguarda il secondo direi che ci possiamo risentire e fare due chiacchiere al momento opportuno con molto piacere.

Dopo il tuo ritorno, come stanno andando le cose?

La cosa più bella (e non smetterò mai di dirlo) è aver ritrovato tantissime persone vicine a True Life che non vedevano l’ora ci fosse un ritorno più che del sottoscritto, proprio di tutto il movimento che True Life rappresenta. Sono rimasto positivamente colpito dell’avvicinarsi di persone nuove che stanno capendo in pochissimo tempo l’essenza di quello che voglio portare avanti e rappresentare con la mia musica, il mio stile e con i miei contenuti.

Ma i rapper lo bevono il Tè?

Certo che lo bevono ed io personalmente sono un grandissimo appassionato di questa miscela. Preferisco  quello verde libero insieme ad un po’ di miele, spesso di girasole. Ci sono delle volte che però vorrei berlo con un po’ più di calma e rispettando questo rito, però i tempi sono talmente rapidi che ci sono un sacco di cose da fare e a volte, pur di non perdere tempo, mi capita di berlo quando ancora è nel suo stato di lava. (ndr Ride!). Spero anche che quanto prima anche mio figlio Nicolò (attualmente di 4 anni) mi segua nell’apprezzarlo. I rapper che non bevono il tè non sono real rapper

Qual è nel paese in cui vivi o vicino il posto migliore se vogliamo mangiare ottime paste, biscotti e bere un ottimo Tè?

Casa mia. Siete i benvenuti basta un messaggio. Se proprio volete berlo fuori sicuramente al “Non solo Caffè” di Polesella.

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